scrittura

Dato che, col mio modo di intendere la figurazione, non mi posso permettere un giudizio politico particolareggiato, ecco che l’incontro con Gaber ha colmato questa lacuna permettendomi di tirar fuori, anche con una certa polemica, tutto quello che penso della nostra condizione sociale.
Sandro Luporini, 2001

La collaborazione artistica tra Sandro Luporini e Giorgio Gaber ha inizio già dai primi anni sessanta.
L’atmosfera di una mostra alla Galleria Bergamini di Milano è descritta dalla voce di commento nel cinegiornale dell’Istituto Luce del 14 febbraio 1963:

«Il pittore Sandro Luporini si aggiunge ad una qualificata compagnia: è Giorgio Gaber che fa la serenata ai quadri esposti dall’artista viareggino in una nota galleria milanese. Nel cordiale incontro tra pittura e musica leggera non manca Maria Monti, una cantante molto personale. In questo fragoroso omaggio a Luporini dei cantautori milanesi, in un clima da barbera a gogò a cui si aggiunge anche Enzo Jannacci, quasi quasi dimenticavamo di dare un’occhiata ai quadri che sono, invece, degni di attenzione per la loro felicissima vena poetica al limite tra il figurativo e l’astratto, tra la realtà e la fantasia, come in un lirico dormiveglia.»

Giorgio Gaber e Sandro Luporini sulla scena dello spettacolo teatrale Il Grigio, 1988

I primi risultati del sodalizio sono evidenti già in “Così felice” e “Barbera e champagne”, tra le canzoni più ricordate di quel periodo.
Nel 1970, con lo spettacolo “Il signor G”, prende il via la lunga stagione della scrittura teatrale, dal Teatro Canzone alla prosa d’evocazione fino agli ultimi album registrati in studio: “La mia generazione ha perso”, 2001 e “Io non mi sento italiano”, 2003.
Un’esperienza unica nel genere: un teatro di intervento, di considerazioni sull’oggi, che per il linguaggio e i contenuti si è spesso rivelato anticipatore di importanti istanze sociali.

In occasione della mostra di pittura di Sandro Luporini al Teatro Ariosto di Reggio Emilia nell’aprile 1989, allestita in concomitanza con la messa in scena dello spettacolo “Il Grigio”, Gaber racconta:

«Noi ci conosciamo dal ’59, io avevo appena cominciato questo mestiere e Luporini abitava a Milano, eravamo dei vicini di casa. Devo dire che io allora facevo assolutamente il cantante, lui faceva assolutamente il pittore e cominciammo a scrivere delle cose insieme per divertimento, in quanto il mercato della musica leggera non consentiva alcuni tipi di canzoni un po’ particolari… quindi lo facevamo per il piacere di farlo, per la voglia di stare insieme e poi perché spesso le amicizie si consolidano facendo insieme delle cose, altrimenti rimangono un po’ impotenti. Questa vicinanza, questo affetto che è durato diversi anni, ha trovato poi nello spazio teatrale una dimensione più congeniale a questo tipo di cose e dal ’70-’71, dal “Signor G” in avanti, quindi da tanto tempo, gli spettacoli sono stati firmati tutti Gaber-Luporini.»

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